Il prossimo 29 novembre a Parghelia vi aspettiamo per il tradizionale lancio delle castagne dal campanile.
È proprio una di quelle feste uniche che non troverete in nessuna parte del mondo quella che si svolge a Parghelia sulla costa vibonese. Una festa unica, dicevamo, che prevede il lancio di quintali di castagne dall’alto del campanile della Chiesa madre della cittadina, quella di Sant’Andrea Apostolo. È un’antichissima tradizione che si rinnova annualmente e che richiama numerosi visitatori.
Tanti i riferimenti antropologici antichi che fanno di questa usanza una delle perle tradizionali vanto di Parghelia. A dire il vero gli stessi cittadini del paese sottovalutano un poco la grande valenza, le potenzialità dell’evento e i valori nascosti tra le righe del rito ma è anche vero che lo sguardo esterno della festa di sant’Andrea è veramente notevole.
Il 29 novembre di ogni anno a Parghelia arrivano da tutte le parti per fotografare, filmare, o semplicemente assistere, e questo indica interesse per una tradizione tramandata e non affatto violata da interferenze simboliche e globalizzanti. Una festa a cui bisogna per forza di cose partecipare, entrare tra i personaggi, stare sotto il campanile e seguire l’evento il più possibile riparati per non essere colpiti direttamente dall’evento stesso. Colpiti non è un senso metaforico ma reale perché le castagne arrivano dall’alto del campanile, improvvise e violente, una pioggia di quintali di castagne avvisate solo dal suono festoso delle campane della stessa chiesa. Ecco perché bisogna essere preparati. Buste in testa, cappotti, maglioni avvolti al capo per ripararsi la testa e poi tutti giù a raccogliere quante più castagne si riescono a recuperare.
“Durante la vigilia della festa di Sant’Andrea che si tiene il 30 novembre, dice la tradizione raccontata, vengono lanciate dal campanile quintali e quintali di castagne, testimonianza delle numerose elargizioni che la Chiesa in tempi antichi faceva durante i periodi di carestia”.
Una diversa interpretazione antropologica è quella che vede, sempre in periodi remoti, l’usanza della nobiltà feudale del tempo, di distribuire, nei giorni di festa, mandorle, fichi secchi, castagne, noci, monetine ed altro, ai poveri del paese e ai tanti viandanti che si presentavano sotto le finestre e i balconi dei palazzi nobiliari e davanti alle chiese dei paesi.
Nella festa di sant’Andrea Apostolo, santo patrono di Parghelia si consumano per tradizione anche le zeppole, gustose frittelle tradizionali che possono essere dolci, zuccherate, con l’uva passita di zibibbo o rustiche salate, con l’acciuga o l’aringa, fritte dalle donne di Parghelia in piazza, si possono gustare durante il lancio ripetuto di castagne dal campanile.
Da qualche anno ad allietare il giorno di festa anche i giganti processionali Mata e Grifone con i loro balli rituali di corteggiamento.
Ritornando alle castagne di Sant’Andrea è facile ricondurre nel gesto del lanciare un significato propiziatorio con numerosi simbolismi. Sono frutti chiusi, le noci, le nocciole, le castagne dove l’interno è sempre un’incognita. Tradizioni che rimandano alle usanze nuziali dell’antichità, quando ai novelli sposi venivano lanciate delle noci, delle castagne o delle nocciole per buon augurio. Poi l’usanza, in tempi più moderni, si è evoluta verso il lancio dei confetti bianchi con una mandorla all’interno, dei petali di fiori colorati, del riso e delle monetine. Una simbologia beneaugurate perché considerata da sempre simbolo di fecondità.
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