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Da domenica 20 maggio 2018 si rinnoverà a Bucchianico la magia di una delle feste più suggestive dell’intera regione, e non solo: la Festa dei Banderesi in onore del patrono S.Urbano I° Papa e Martire, celebrato il 25 maggio.

Si narra che nel corso di una delle tante guerre di confine tra Bucchianico e Chieti nel XIII secolo, i Bucchianichesi fossero nettamente inferiori, come forza militare, agli avversari. Al Sergentiere (il capo dei soldati), apparve in sogno Sant’Urbano per suggerirgli uno stratagemma: far vestire tutti gli uomini validi con delle fasce (bande da cui “banderesi”) e far loro percorrere il perimetro delle mura, uscendo e rientrando, in modo da far credere al nemico che un esercito alleato fosse giunto a dar man forte. I Chietini furono ingannati e Bucchianico vinse la guerra. Dal movimento eseguito dai soldati nacque la “Ciammaichella”, ovvero il muoversi a zig zag, che ricorda le volute del guscio della lumaca, in dialetto abruzzese “ciammaìca”.
Esistono documenti che testimoniano come la festa si celebrasse già nel 1550, quando a Bucchianico nacque, proprio il giorno di S. Urbano il 25 maggio, San Camillo De Lellis, patrono della sanità ospedaliera e dei malati.
I personaggi principali sono: il Sergentiere, il capo militare, impersonato da Guglielmo Tatasciore, che la tradizione vuole sia il diretto discendente dell’antico Sergentiere aiutato da S.Urbano, ed il Banderese, il coordinatore dell’intera festa, estratto a sorte ogni anno per organizzare e presiedere tutte le celebrazioni. Egli è il fulcro della festa, ma a vigilare su ogni decisione è il Sergentiere, una sorta di garante della tradizione. Quest’anno la sorte ha scelto come Banderese il sig. Carlo Palombaro della contrada Piana.
I festeggiamenti iniziano domenica 20 maggio, quando da tutte le contrade del paese si metteranno in cammino, per raggiungere il centro storico, cortei di canestri infiorati e carri rappresentanti scene legate ai temi della festa; ogni contrada prepara un carro ed un numero variabile di canestri; alle 16:00, presso il parcheggio del campo sportivo, c’è il raduno di tutte le contrade e si forma il corteo che arriverà in piazza intorno alle 18:00. Ad aprirlo sarà il gruppo storico: a ‘scortare’ il Sergentiere ed il Banderese vi sono i Musici e Sbandieratori della città di Bucchianico, gli Armigeri e Balestrieri della città di Bucchianico”. Seguiranno i 4 carri, “Il Pane”, “Il Letto”, “Il Vino” e “La Legna”, della contrada del Banderese, simboli essenziali della casa e del focolare.
A seguire, le altre contrade con centinaia di canestri, nell’ordine stabilito dalla sorte.
I festeggiamenti proseguono giovedì 24 maggio quando alle 19:00 avviene l’apertura della Porta Santa nella Chiesa di S. Urbano: il gruppo storico con Sergentiere e Banderese, quest’ultimo seguito dai parenti fino al settimo grado, percorrerà il tragitto intorno alla Chiesa uscendo e rientrando dalla Porta Santa per nove volte.
Alle 20:30 in piazza si giocherà al “tizzo”, un gioco antichissimo che sembra si ricolleghi agli allenamenti e alle esercitazioni militari, cui partecipano tutti gli uomini, capitanati da Banderese e Sergentiere.
La tradizione prosegue venerdì 25 maggio con la cerimonia dell’Offerta dei Ceri, l’Investitura del Sergentiere da parte del sindaco; la Santa Messa del Banderesepresso la chiesa di S. Francesco seguita dalla consegna degli anelli da parte della moglie del Banderese ai propri figli; solenne processione con la statua del Santo e con tutti i protagonisti della festa, in un’atmosfera tra religione e folklore i cui confini divengono indefinibili. Quindi si riconsegnano gli stendardi – uno blu e uno rosso – simbolo della Chiesa e del Comune, in un divertente scherzo tra i banderesi, il parroco ed il sindaco. I festeggiamenti si concludono sabato 26 maggio quando il corteo dei Banderesi con il Sergentiere ringrazia tutte le Chiese del Paese e successivamente viene celebrata la Santa Messa e Benedizione dei quattro Cantoni con le Reliquie del Santo.
L’evento è organizzato dall’Associazione Pro-Loco di Bucchianico “San Camillo De Lellis”.

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