Mi chiamo Favola Cinquemani, chista è la mia storia. Una storia siculish. Dicuno chi parru siculish, halfu miricanu e halfu sicilianu. È vero, tutti i voti chi vogghiu parrari italiano o siciliano forghettu comu si
dice bene e faccio michisi di miricanu e di sicilianu. Da cinquanta anni vivo nel Bruccolino, nel Bensinosti, il mio quartiere che, qua nella Merica, è pieno di siciliani immigrati. Bruccolino, per me, è la vera Littele Italy, o meglio ancora la Littele Sicily.
Primo romanzo in lingua siculish, Zia Favola è una preziosa testimonianza della storia dei molti italiani che, da fine Ottocento, emigrarono verso gli Stati Uniti. Da San Cono a Novaiorca,
Favola Cinquemani, donna già moderna, intraprende un viaggio a volte sofferto, altre pieno di successi, che la condurrà ad abbracciare tutte le possibilità che la sua nuova patria le offrirà. Con
la sua spontaneità Zia Favola ci fa riflettere sul fenomeno che, ieri come oggi, porta popolazioni migranti ad abbandonare la propria terra e calcare suoli stranieri non sempre ospitali.
L’autore
Cantautore, autore e regista teatrale, Cono Cinquemani debutta nel 2000 con 10 canzoni sulle parlate siciliane. L’approfondimento delle contaminazioni del siciliano con altre lingue, lo
porterà all’analisi dei fenomeni linguistici siculish, lunfardo e globerish. Nel 2015 vanno in scena Donne marginali e La cuffia del silenzio, due monologhi dedicati a donne siciliane e viene
presentato il Dizionario Siculish, una raccolta di termini siculo-americani. Tra gli altri porta in scena Vossìa, Nino Lunfardo (in lingua lunfardo) Frank Lentini e Favola Cinquemani.
Ambito dell’evento:
Rievocazioni storiche, Promozione turistica
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