Evento il cui obiettivo è la valorizzazione della pratica dell’Ascensione, ovvero della donazione del latte, da parte dei pastori del posto, a tutti gli abitanti di Laurito.
La riscoperta della pratica dell’Ascensione a Laurito, alla fine degli anni Novanta, scaturisce da un’intervista rilasciata dal pastore Ciccio ad un gruppo di antropologi culturali dell’Università “La Sapienza” di Roma. Dal racconto del pastore Ciccio emerse chiaro il ricordo della leggenda legata alla festa religiosa dell’Ascensione.
«La leggenda narra che in mezzo ai fanciulli si trovasse Gesù che, assunto le sembianze di un vecchietto, si rivolse al pastore privo di cuore e di fede gli disse: “puozzi fa tu tanta voti cucù pì quanta latti tu tieni sutta lu cù” (possa tu fare tante volte il verso del cuculo per quanto latte hai nascosto sotto il tuo sedere, a causa della tua superbia). Gesù, si narra inoltre, ammonì i pastori dicendo loro che qualora si fossero rifiutati di offrire, una volta all’anno, il latte alla Madonna, donandolo ai fanciulli del posto, le loro capre non avrebbero fatto mai più latte. Sarebbero diventate “strippe” come si dice nel dialetto cilentano […]».
La giornata è volta anche alla riscoperta dei prodotti caseari tradizional, tra cui la mozzarella ind’a murtidda, un formaggio a pasta filata dalla forma allungata e piatta, ottenuto dalla trasformazione del latte di mucca. La particolarità di questo prelibato prodotto tradizionale nasce dall’usanza di confezionare le mozzarelle nella mortella, una pianta spontanea sempreverde facilmente reperibile nella macchia mediterranea a ridosso del centro abitato di Laurito.
L’utilizzo della mortella non è casuale. In un tempo in cui non esistevano frigoriferi o imballaggi sterili, le fronde di mortella, a foglie lisce e non porose, venivano utilizzate per avvolgere la mozzarella creando un perfetto imballaggio, robusto ed efficace, esaltandone il profumo, la consistenza e il bianco sorprendente.
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