La devozione verso San Martino da parte della popolazione sinalunghese deriva da epoche remote. San Martino era un soldato romano il cui nome deriva dalla devozione che suo padre aveva alla divinità pagana di Marte. Le sue gesta e la fede in Dio lo portò a fare numerosi miracoli tra cui quella di donare il proprio mantello al povero. L’ origine di tale devozione nel territorio di Sinalunga, in base anche alle poche fonti documentarie che abbiamo trovato, sembra che nasca nel periodo dell’alto medioevo intorno il 600 D.C. La corsa dei carretti nasce nel corso degli anni 50 del secolo scorso.
I giovani di Sinalunga durante i giorni di San Martino costruivano dei carretti rudimentali fatti con pianali di legno e ruote in ferro in un percorso particolarmente accidentato tra la Chiesa di Santa Croce e via C. Pinsuti. Questo percorso fu utilizzato fino alla fine degli anni sessanta quando dal 1982 fu cambiato facendo partire la Corsa da Piazza Garibaldi fino alle Fonti del Castagno. Fino al 1997 i Rioni non esistevano e i carretti si contendevano il cencio partecipando alle varie vie che vi appartenevano. Alcuni carretti correvano per conto zone ben precise ( Fiorenzuola, La Vallina, Aducello Marzabotto, La torre) zone che erano comprese tra il centro storico e le nuove lottizzazioni nate negli anni 60 del 900. A partire dal 1997 si decise di raggruppare tutte le vie di Sinalunga in nove rioni: Le Prata, Centro Storico, Pieve vecchia, Casalpiano, La Cappella, La Pietraia, Rigaiolo, I Frati e Cassero. Il cencio, o lo stendardo viene dipinto da pittori locali e spesso e volentieri anche dagli alunni della scuola media di Sinalunga. La festa di San Martino per i sinalunghesi ha anche un valore storico e religioso molto profondo e che ha origini fin dall’ epoca medioevale.
Nel XVIII° secolo la festa di San Martino durava a Sinalunga ben una settimana. Vi veniva fatto un Palio con i cavalli, una corsa con le brocche con tutte le donne del paese, e un palio eseguito da giovani scolari armati di lancia, con l’intento di infilzarla in un anello messo a distanza. Il tutto costellato da manifestazioni religiose e teatrali.