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A VILLA MANIN: ESPONE FUMETTISTA THE SPARKER

 

Si conclude a Villa Manin di Passariano di Codroipo la mostra Poleârt, che mette in luce le abilità degli artigiani locali grazie a un occhio giovane e fresco. Un’iniziativa voluta dal Comitato regionale delle Pro Loco del Friuli Venezia attraverso il suo progetto di Servizio Civile Universale “Artisti e artigiani di ieri, oggi e domani per una nuova cultura glocal in Friuli Venezia Giulia”.

Dal martedì alla domenica, in ogni giorno di apertura al pubblico della Villa, fino al 3 luglio con ingresso libero negli spazi dell’Ufficio di informazione e accoglienza turistica sarà possibile ammirare i fumetti dell’artista codroipese Stefano Conte, in arte The Sparker.

Da sempre appassionato disegnatore e lettore di fumetti manga, inizia a lavorare in una fumetteria. Il contatto con il pubblico e le esperienze personali han fatto sì che nascesse in lui la voglia di raccontare la propria storia, ma con occhi diversi, gli occhi del suo personaggio di successo Volt.
 
Ecco che in tarda età approda come fumettista grazie alla sua opera di maggior successo: “Volt – Che vita di mecha”, dove il protagonista è alle prese proprio con i bizzarri clienti di una fumetteria. Le avventure di Volt, grazie alla maestria di Stefano, hanno conquistato il pubblico, soprattutto per chi, come il supereroe, lavora a contatto con le persone.
 
“Il mondo del fumetto – racconta Conte – non è fatto solo di figure e colori, dietro c’è molto lavoro, dedizione, costanza e soprattutto molta fantasia”.

Il progetto Poleârt ha come obiettivi la ricerca e la valorizzazione dell’attività di artisti e artigiani operanti nel Friuli Venezia Giulia, nella fattispecie nei Comuni di origine dei tre operatori volontari del Servizio Civile Universale – Giulia Vatri, Eugenia Venier ed Enrico Fantino – presso il Comitato regionale Pro Loco: Codroipo, Lestizza e Varmo. Nasce così Poleârt, progetto che ha raccolto un susseguirsi di iniziative che abbiano l’arte e l’artigianato locali come protagonisti. Poleârt è la fusione di “Poleâr”, dal friulano “pollice”, e “art”, per sottolineare l’importanza dell’esperienza tattile nella creazione manuale di progetti unici nel loro genere. 

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