Trentino|

Si è chiusa lo scorso mese la prima ricerca qualitativa in Italia sul mondo delle Pro Loco. Promossa dalla Federazione trentina Pro Loco, l’indagine dimostra l’impatto positivo  delle Pro Loco sul benessere dei volontari. La ricerca è parte fondante dell’operato della Federazione Pro Loco, che si pone come Osservatorio permanente su questo fenomeno

Trento, 28 marzo 2023 –  Un mondo giovane, con molte donne al vertice, il cui interesse primario è di tenere vivi i paesi e che procura a chi vi partecipa un beneficio sulla propria qualità della vita.

Sono alcuni dei dati più significativi emersi dalla ricerca “Volontariato e benessere: le Pro Loco come soggetti di promozione della qualità della vita”, condotta dalla Federazione trentina Pro Loco con la collaborazione della professoressa Lea Ferrari (Dipartimento Filosofia, Sociologia, Pedagogia e Psicologia Applicata dell’Università di Padova), la prima indagine nel suo genere sul mondo Pro Loco.

La Federazione non è nuova a questo tipo di progetti: nel 2012 era già stata condotta un’ampia indagine scientifica sulle Pro Loco, ed il processo è sempre in atto. Anche per la ricerca oggi presentata, infatti, è in previsione una seconda fase, in avvio dal mese di aprile. La Federazione si conferma così quale Osservatorio permanente sul fenomeno Pro Loco, in un’ottica di ricerca azione che dà i suoi frutti in un mondo del volontariato Pro Loco trentino che si distingue per l’alto livello qualitativo e per l’alto coinvolgimento di volontari.

OBIETTIVO DELLA RICERCA

La ricerca, della durata di oltre un anno ed i cui esiti principali sono stati presentati oggi alla stampa,  è stata condotta da un team di 8 specialisti su un campione di 93 Pro Loco, con l’obiettivo di verificare motivazioni e caratteristiche del mondo delle Pro Loco trentine. Un fenomeno, quello delle Pro Loco, difficile da analizzare se non attraverso il dato economico delle ricadute sul territorio dei suoi eventi, ma che, secondo la Federazione, cela un valore molto più ampio da investigare.

LE DICHIARAZIONI

“L’idea di questa ricerca è nata da una considerazione: se le Pro Loco sono, secondo la percezione collettiva, soggetti che si dedicano per lo più all’organizzazione di eventi e all’animazione turistica, perchè non sono scomparse negli anni del Covid?” introduce la presidente della Federazione, Monica Viola. “Non abbiamo infatti registrato alcun calo nelle associate tra il 2019 e il 2021, cosa che ci ha spinti ad investigare quale sia, allora, la molla che fa muovere questo settore. Abbiamo così verificato che non solo le Pro Loco fanno socialità più che eventi, ma anche che mettono in atto una forma di turismo estremamente sostenibile, attento ai bisogni del territorio, in cui non c’è la distinzione tra locale e turista.”

“Avevamo un’ipotesi su questo” spiega il direttore della Federazione Pro Loco, Ivo Povinelli, sociologo e referente della ricerca, “in quanto già da anni notiamo uno spostamento delle Pro Loco da un ambito prettamente funzionale al turismo, ad una azione sempre più evidente di collante delle comunità. La ricerca ci ha permesso di entrare in questa tematica con strumenti scientifici appositamente elaborati, ed i risultati sono davvero di grande interesse per capire meglio il nostro settore ed evidenziare le sue potenzialità per il futuro”.

“Il mio supporto scientifico  in quanto docente del Dipartimento Fisspa dell’Università di Padova (un dipartimento che contiene al suo interno 4 sezioni, filosofia, sociologia, pedagogia e psicologia, ndr. ) ha contribuito a portare un approccio multidisciplinare al tema” approfondisce la professoressa Lea Ferrari.  “Abbiamo individuato la dimensione principale in cui inserire la ricerca nel costrutto di qualità della vita: si tratta, dal punto di vista teorico, di un costrutto multidimensionale in cui si declinano diversi elementi.  La ricerca ha dato come risultato un grado di soddisfazione elevato del 100% del campione intervistato per tutti i parametri di questo indicatore”.

I DATI DELLA RICERCA

Iniziata nel maggio del 2023, la ricerca ha coinvolto 93 presidenti di Pro Loco, ai quali sono stati sottoposti diversi strumenti di indagine (un questionario ed un’intervista semistrutturata) attraverso un approccio multidisciplinare che ha unito sociologia e psicologia applicata. I dati raccolti sono stati poi elaborati dal team e infine interpretati.

Alcuni degli aspetti più interessanti emersi riguardano:

  • anagrafica: i presidenti di Pro Loco hanno in media 42 anni
  • genere: le donne rappresentano il 30% dei presidenti, dato superiore rispetto alla media nazionale di leadership femminile (24% dati Rome Business School)
  • crescita costante: dal 2020 al 2023 sono cresciute di 10 unità all’anno
  • obiettivi globali: diffusa sensibilità per temi di interesse globale (ambiente, sostenibilità, inclusione, parità di genere, pace, salute)
  • obiettivi locali: priorità a creazione di occasioni di socialità e incontro (47%) e timore per la scomparsa della socialità nel proprio paese (27%)
  • benessere: risultati totalmente positivi in termini di partecipazione sociale, sviluppo personale, autodeterminazione, relazioni sociali.

INTERPRETAZIONE DEI DATI

Loro interesse primario è la socialità (e non gli eventi) ed il portare avanti valori di collaborazione, solidarietà e appartenenza, che trascendono poi l’effettivo oggetto cui si dedicano

Sono un presidio costante sul territorio: hanno una forte operatività e sono attente a garantire la continuità dell’associazione dal punto di vista della presenza di volontari e dal punto di vista economico. Sono espressione diretta dei bisogni locali, sono flessibili, raccolgono le esigenze delle comunità in modo più veloce e diretto rispetto all’ente pubblico

Sono saldamente interconnesse con gli altri soggetti del volontariato e con l’amministrazione pubblica (si tratta però di collaborazioni solo strumentali)

I livelli apicali hanno un alto turnover (solo il 40% dei presidenti va oltre il 1° mandato) sia per la fatica di mandato sia perchè molti passano a carriera di amministratori locali (circa il 90% dei consiglieri comunali viene dal volontariato, e il 50% dei sindaci è stato presidente di Pro Loco)

Rapporto con il turismo: se in passato le Pro Loco erano confinate all’animazione dei territori e all’accoglienza, oggi dimostrano di avere un’idea di sviluppo turistico che sia integrata in modo armonico con i bisogni del territorio. Dichiarano di non fare differenza tra residente e turista, di organizzare eventi tutto l’anno perchè sono per tutti, non solo per una tipologia di target, di voler tenere vivace il paese anche in periodi diversi dalla stagionalità turistica

IL CONTESTO: LE PRO LOCO TRENTINE

  • Pro Loco associate alla Federazione 213
  • Hanno mediamente 90 soci ognuna per un totale di quasi 20.000 volontari attivi
  • I direttivi sono mediamente composti da 10 persone
  • Gli eventi organizzati nel 2023 sono quasi 2000.
  • Il bilancio di una Pro Loco è di 41.000 € (tot uscite in media) ed è finanziato come segue (dati 2023 su 103 chiusure): 70 % Incassi e sponsorizzazioni
  • 21% Comuni
  • 9% Provincia autonoma di Trento

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