Il Carnevale di Sciacca, secondo quanto riportato dagli storici saccensi can. Mario Ciaccio e padre Vincenzo Farina, vede la sua prima comparsa già nella metà dell’800 e attorno al 1860/70 si vede per la prima volta la presenza del Peppe Nappa, maschera tradizionale siciliana che, benché non originaria di Sciacca, viene adottata dalla Città quale maschera per l’ apertura del Carnevale e la chiusura quando a notte fonda viene bruciato sulla piazza principale tra fragorosi battiti di mano, canti e tanto rimpianto per la fine della Festa.
Le prime manifestazioni sono ricordate come feste popolari in cui venivano consumate salsicce, cannoli e vino. Il popolo si riversava per le strade travestito con i costumi più strani. Successivamente furono fatti sfilare i primi carri, addobbati alla meglio, che portavano i mascherati, seduti sulle sedie, in giro per la Città. Nel tempo, il Carnevale si è evoluto sempre di più con la sperimentazione dell’amplificazione sonora, la grandiosità delle figure e i movimenti sempre più sofisticati.
La satira politica locale ha lasciato più spazio a personaggi noti a un più vasto pubblico e ha cominciato a rappresentare temi di attualità di interesse nazionale. Il Carnevale di Sciacca costituisce per la Città di Sciacca l’evento per eccellenza, una grandiosa macchina del divertimento, una festa di popolo e un immenso palcoscenico che, nei sei giorni che vanno dal Giovedì grasso al Martedì successivo, coinvolge l’intera Città richiamando innumerevoli visitatori.
Esso costituisce un bell’esempio di come si possa coniugare perfettamente la voglia di divertimento, svago e spensieratezza con una impareggiabile espressione di arte e di cultura che lo rende unico nel suo genere. Infatti la Manifestazione si distingue dalle altre per lo spirito con cui viene vissuta dalla gente del luogo, per il libero accesso ai luoghi della sfilata e il contatto ravvicinato con i carri.
Oggi, peculiarità principale riveste la parte recitativa, infatti è l’unica manifestazione in Italia caratterizzata dalla recita di copioni inediti i cui temi trattati si ispirano, satiricamente, a personaggi politici locali e nazionali ed ai più curiosi avvenimenti del momento. Altrettanto inediti sono gli inni e le musiche. Dietro i carri e le coloratissime coreografie dei gruppi mascherati c’è il lavoro di mesi di maestri ceramisti, disegnatori, architetti, maestri della cartapesta, fabbri, coreografi e ballerini.
18 Febbraio 2019| Folklore e religione, News Pro Loco, Newsletter, Turismo, spettacoli e cultura| admin
Last modified: 18 Febbraio 2019